
“Say cheese!” sull'Altopiano del Montasio

Non far caso a me. Io vengo da un altro pianeta. Io ancora vedo orizzonti dove tu disegni confini.
[Frida Kahlo]
Il confine, una parola che separa, mette distanza, ferma. Una parola chiusa e che può fare paura, ma nella realtà non è altro che un limite territoriale, più spesso cercato dall’uomo che dalla natura.
Inevitabile non pensare alla parola “confine” quando si sale sul monte Colovrat, o Kolovrat in lingua slovena: una terra di confine. Le ferite di questo monte sono ancora visibili in tutte le trincee che percorrono il suo profilo, e si sentono nell’aria, nel silenzio circostante. La Slovenia a pochi passi di distanza e un panorama dove l’occhio si perde, senza limiti o confini visibili.
Per raggiungere il monte Kolovrat si passa per ponte San Quirino, in direzione Grimacco-Drenchia e via su fino al passo Solarie. Io ho scelto un sabato mattina per arrivarci. Una giornata piuttosto umida, la neve ancora presente e poca gente intorno. Ho percorso qualche chilometro di trincee, in salita e in discesa, ma a un certo punto mi sono fermata. Questo territorio porta a riflettere, ed è quello che ho voluto fare con questo racconto: i confini non esistono.
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