Non so comprendere come una persona a vostro pari si diverta a tenere tutto il popolo nel dispiacere.
Sono ormai tre anni che la bella Italia si trova in lutto e nel dolore, e tutto per causa vostra e degli assassini vostri seguaci. L'Italia era bella grande e indipendente e voi l'avete rovinata, ed ora che avete fatto il male vi raccomandate a noi. Ma tutto è inutile libera non tornerà più.
Tutto questo è avvenuto per il vostro egoismo, volevi venire imperatore e non resterete ne pure Re.
Reflettete bene sul fatti di caporetto, e se continueremo la guerra gli austriaci verranno fino a Roma.
Adunque perché non cessare questo immane conflitto, non vi sentite strizzare il quore pensando alle poveri madri che piangano i loro figli ed ai figli che piangano i loro padri.
Adesso mi parebbe l'ora di finirla, non vi basta di quelli che avete fatto macellare, volete andare avanti ancora, badate che poi una ripercussione non venga pure a voi. Se volete continuare la guerra, mandate a casa i nostri figli.
Adunque pensate bene a cosa fate ci avete portato nel lutto e nel dolore, i nostri figli moiano di palle e noi moriremo di dolore e di fame.
Non sta ai figli nostri a liberare la patria, ma sta a voi ed ai vostri seguaci che l'avete Rovinata.
Una madre
[in Renato Monteleone, "Lettere al Re", Editori Riuniti, Roma, p. 158]