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tempo guerra 3

Quel buffone assassino D'Annunzio Gabriele

Napoli, 29 gennaio 1916

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Maestà per sogno di un vecchio contadino che non fa palese del suo nome consiglia la S. Maestà di cessare la guerra, e di venire all'accordo col nemico senza più lasciar spargere più sangue altrimenti l'Italia sarà distrutta, e sua Maestà sarà costretto a ritirarsi nella sua Sardegna a pascolare le mandre, e la sua Italia andrà in possesso di nuovo regnante.

Ho re! Pensa al male che ai fatto a prestar ascolto ai mali consigli dei vostri indegni ministri provocatori della guerra origine di tanti mali della Patria col togliere la vita a tanti suoi figli.

Ho nobilissimo nostro Sovrano. Con qual cuore potrà la S. Maestà soffrire i lamenti di tante madri che anno perduti i loro cari figli e di tanti figli che anno perduti i loro padri, e spose per la perdita dei loro sposi?
Pensa o Re che tutto quel sangue dei nostri cari grida a Dio vendetta su di voi, e il nostro nemico non sarà più l'Imperatore d'Austria, bensì il Presidente Ministro Salandra, e quel buffone assassino D'Annunzio Gabriele che eccitò il popolo ignorante a gridare viva la guerra.

Io intanto non posso più soffrire che un Re così buono deve essere comandato dai suoi indegni Ministri; perciò io scrivo questi versi onde far valere i suoi diritti di re con dismettere la guerra, e venire un'accordo col nemico senza più andare in avanti fissando il termine dei confini nelle zone occupate lasciando il resto del desiderato.

Io non fo palese delmio nome per non aver molestia dei vostri Ministri, e solo consiglia da uomo vecchio lasciare la guerra firmando la pace.

Iddio ne rende i meriti

[in Renato Monteleone, "Lettere al Re", Editori Riuniti, Roma, p. 93]
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