Le figure più importanti dell'esercito italiano durante la Grande Guerra.
Read morePietro Badoglio (Grazzano Badoglio 1871 - 1956) fu un generale italiano durante la Grande Guerra. Sin da giovane intraprese la carriera militare ed ottenne notevoli risultati durante la guerra in Libia del 1911-1912 tanto da essere nominato maggiore per meriti di guerra. Allo scoppio della Grande Guerra gli fu assegnato il comando della 4° Divisione della Seconda Armata nella zona del Monte Sabotino, a nord-est di Gorizia. Divenne uno dei protagonisti della Sesta battaglia dell'Isonzo quando guidò un fulmineo attacco contro le postazioni austro-ungariche, creando così le premesse per la successiva entrata dell'esercito italiano nella città isontina. La sua popolarità accrebbe e venne promosso dapprima maggiore generale e successivamente tenente generale.
Il 24 ottobre 1917 si trovò a capo del XXVII Corpo d'Armata, disposto sulla linea dell'Isonzo nella zona di Tolmino. L'offensiva austro-germanica lo investì in pieno dando così origine alla Ritirata di Caporetto.
Francesco Baracca (Lugo 1888 - Montello 1918) fu un aviatore italianodurante la Grande Guerra. Iscrittosi alla Scuola Militare di Modena, nel 1912 venne inviato in Francia per seguire un corso di aviazione. Da subito mostrò grandi capacità e divenne uno degli uomini più abili nel pilotare un aereo all'inizio degli anni '10 intuendo immediatamente le grandissime potenzialità che questa macchina poteva dare nelle operazioni belliche.
Aurelio Baruzzi (Lugo 1897 - Roma 1985) fu un sottotenente italiano durante la Grande Guerra. Compaesano e amico di Francesco Baracca, si iscrisse nel febbraio del 1915 alla scuola ufficiali dove ottenne il grado di sottotenente. Venne mandato sul fronte carsico con la Brigata Pavia e combatté nella zona del Monte Calvario distinguendosi in alcune azioni di notevole importanza militare. Il 6 agosto 1916, durante la Sesta battaglia dell'Isonzo, guidò un piccolo gruppo di bombardieri e catturò nei pressi del sottopassaggio alle porte della città un gruppo di soldati austro-ungarici. Due giorni dopo ottenne il permesso di attraversare a nuoto l'Isonzo ed issare la bandiera italiana sul piazzale della stazione ferroviaria, divenendo uno dei simboli della conquista di Gorizia.
Luigi Cadorna (Torino 1850 - Bordighera 1928) fu un generale dell'esercito italiano e Capo del Comando Supremo dal 1914 al novembre 1917. Figlio di un generale dell'esercito del Piemonte (il Regno d'Italia non era ancora nato), all'età di 10 anni iniziò la sua brillante carriera militare caratterizzata da serietà, inflessibilità e rigida osservazione delle regole. Crebbe nella convinzione che "le guerre vengono vinte con le offensive, dunque i comandanti dovrebbero andare all'offensiva. Riguardo alle operazioni difensive non aveva nulla da dire" (Mark Thompson, "La Guerra Bianca", Il Saggiatore, Milano, 2009, p. 67). All'inizio del XX secolo divenne uno dei personaggi militari più importanti del Regno d'Italia e nell'estate del 1914 sostituì il suo "storico antagonista", il generale Alberto Pollio, alla guida del Comando Supremo.
Armando Diaz (Mercato San Severino 1861 - Roma 1928) fu un generale italiano, nominato l'8 novembre 1917 Capo di Stato Maggiore dell'Esercito italiano durante la Grande Guerra. Fu avviato alla carriera militare sin dall'adolescenza entrando a far parte dello Stato Maggiore già dal 1895 come segretario del Capo di allora, il generale Pollio. Partecipò alla guerra italo-turca nel 1911 e venne confermato segretario anche nel 1914 quando Luigi Cadorna prese il posto di Pollio. Chiese ed ottenne di partecipare attivamente alle operazioni belliche guidando inizialmente una divisione della Terza Armata e poi il XXIII Corpo d'Armata sul Carso.
Riccardo Giusto (Udine 1895 - Drenchia 1915) fu un alpino durante la Grande Guerra. Rimasto orfano in tenera età, non poté continuare nessun tipo di studi e lavorò fin da giovane come ferroviere. Nel 1914 venne chiamato al servizio militare e divenne un alpino del Battaglione Cividale. Nel maggio del 1915 l'Italia dichiarò guerra all'Austria-Ungheria e Giusto, assieme ai suoi commilitoni, venne mandato sull'altopiano del Kolovrat, al confine con l'Impero asburgico.
Alle due di notte del 24 maggio 1915 l'esercito italiano mosse i primi passi all'interno del territorio austro-ungarico. Riccardo Giusto ebbe il compito, assieme alla sua colonna, di occupare la cima del Monte Natpriciar ma un colpo di fucile sparato dai gendarmi disposti lungo il valico di Solarie lo uccise all'istante. L'alpino friulano fu così il primo caduto italiano ufficiale nella Grande Guerra.
Emanuele Filiberto Duca d'Aosta (Genova 1869 - Torino 1931) fu un generale italiano durante la Grande Guerra. Cugino di Vittorio Emanuele III, entrò a far parte dell'esercito nel 1905. La sua carriera fu brillante e dieci anni più tardi, quando venne ufficializzata la guerra contro l'Austria-Ungheria, Emanuele Filiberto fu nominato comandante della Terza Armata nel settore del Basso Isonzo.
Il Duca d'Aosta stabilì la sua sede presso Villa Attems-Bresciani di Cervignano del Friuli e guidò gli assalti dei suoi uomini in tutte le undici battaglie dell'Isonzo.
Gaetano Giardino (Montemagno 1864 - Torino 1935) fu un generale italiano durante la Grande Guerra. Non ancora maggiorenne entrò all'Accademia militare iniziando una lunga carriera ai vertici dell'esercito. Dopo aver combattuto in Africa orientale (1889-1894), tornò in Italia con i gradi di capitano: frequentò la Scuola di Guerra ed entrò a far parte dello Stato Maggiore nel 1898. Fu un esperto di tattiche e tecniche militari nonché di guerre coloniali tanto che scrisse nei primi anni del XX secolo il "Regolamento per l'istruzione tattica delle popolazioni indigene".
Carlo Petitti di Roreto (Torino 1862 - 1933) fu un generale italiano durante la Grande Guerra e primo governatore di Trieste. Membro di una famiglia nobile piemontese, venne avviato agli studi militari sin da ragazzo. Partecipò con il grado di colonnello alla guerra di Libia e nel 1912, in seguito ad una vittoria, ottenne la nomina a Cavaliere dell'Ordine Militare di Savoia. Allo scoppio della Grande Guerra guidò la Brigata Parmalungo il fronte dolomitico. Partecipò agli scontri nella zona del Passo San Pellegrino e del Col di Lanaprima di essere promosso a maggiore generale ed essere trasferito a capo della 35° Divisione sull'Altopiano di Asiago durante i giorni della Strafexpedition.
Vittorio Emanuele III (Napoli 1869 - Alessandria d'Egitto 1947) fu Re d'Italia dal 1900 al 1946. Salito al trono dopo l'uccisione del padre, Umberto I, dimostrò inizialmente un interesse attivo all'interno della politica italiana. Nonostante il Regno fosse legato all'Austria-Ungheria e alla Germania dal patto di Triplice Alleanza, egli preferì riavvicinarsi alla Francia e all'Impero russo. Così, quando nel 1914 le varie Potenze europee si dichiararono guerra, fu dapprima un sostenitore della neutralità per poi divenire un moderato interventistanella primavera del 1915 accettando gli impegni contenuti nel Patto di Londra.