I “bauli” del Conte Guglielmo Coronini meravigliano ancora.
A fare sognare a occhi aperti, a Palazzo Coronini Cronberg di Gorizia, “L’indispensabile superfluo”: accessori superflui ma indispensabili a comunicare classe sociale e personalità. Dal ventaglio nel Settecento al cappello protagonista nell’Ottocento alla borsetta come must have nel Novecento, passando per pizzi, colletti, cravatte...
Gli oggetti presentati compaiono anche in vari dipinti e fotografie esposti nelle sale. Come lo scialle in cachemire, presente in vari esemplari appartenenti a vari rami della famiglia e ornamento delle personalità ritratte in varie tele; caldo e raffinato, diventa icona di stile dell’Ottocento, di importazione francese.
Un viaggio estetico, per certi versi simbolico. Il ventaglio, che nella mostra spicca per il numero e la qualità dei pezzi esposti, non poteva essere adoperato a caso, dalla dama: appoggiato sulla guancia destra voleva dire “sì”, sulla sinistra “no”, sventolato velocemente “sono fidanzata”…
Anche il cappello ha il suo valore: indossato dalla donna come segno di moralità (il galateo negli anni Trenta lo impone anche a teatro o nei locali pubblici) ma anche di vanità, per l’uomo denota benessere e potere economico nelle sue varianti più in uso, dalla tuba al borsalino. I guanti hanno spesso particolari significati simbolici nelle classi elevate.
Nel XIX secolo devono essere utilizzati sempre dalle donne come protezione dai raggi solari, poiché le mani bianche trasmettono buona educazione e appartenenza a un alto ceto sociale.
Una curiosità: l’ossessione per le mani era tale da escogitare addirittura dei guanti costrittivi che andavano a modellare le dita o da ricorrere a pinze tendiguanto per emulare un effetto affusolato.
Infine la borsa, che anticamente veniva utilizzata da uomini e donne, dalle dimensioni mini del Settecento diventa più spaziosa nel XX secolo, in linea con lo stile di vita della donna occidentale.
Nella sezione espositiva al secondo piano dell’edificio delle scuderie, altri piccoli tesori illustrano lo stile degli ultimi discendenti dei conti Coronini: finissimi ornamenti in merletto realizzati fra Seicento e Novecento, tabacchiere e piccoli astucci laccati e smaltati del Settecento, bastoni da passeggio dell’Ottocento.
Fra gli oggetti che attirano l’attenzione del visitatore, il baule Luis Vuitton dell’Ottocento, marchio che esordì proprio con gli articoli da viaggio.
Interessante inoltre il coinvolgimento di istituzioni del territorio: il Liceo Artistico Max Fabiani di Gorizia con l’esposizione “Non solo cappelli”, il Servizio Ricerca, Musei e Archivi Storici di ERPAC e la fondazione Scuola Merletti di Gorizia.
Operativa nel turismo, vivo e promuovo il viaggio consapevole. Sono attratta dal passato, dalle tradizioni, dalle leggende, dalla simbologia. Per lavoro e per passione parlo di una terra che invoglia a esplorare... e sognare.