Tosta escursione sulle Prealpi Giulie, la salita al Monte Plauris è soprattutto allenante, in quanto si svolge nel bosco per la maggior parte dell'impegnativo dislivello, con poco panorama; notevole l'ambiente l'ultimo terzo
Si parte da Tugliezzo (503 m), dove attacca l'attuale via normale al Plauris. Superata l'edicola dedicata a Sant'Uberto, si sale per la carrareccia sulla destra (indicazioni sentiero 701). A quota 645 m il percorso si fa sentiero e si stacca sulla destra; in un'ora dalla partenza siamo al Ricovero Elio Franz (1008 m), a luglio 2025 chiuso per manutenzione straordinaria. Il sentiero riprende in salita seguendo il corso in secca del Rio Lavaris; il bosco dirada quando il sentiero si fa stretta cengia; la pendenza non molla mai – alcuni tratti sono sfidanti. Si raggiunge così Passo Maleet (1635 m).
Dal passo, la cima del Plauris è finalmente visibile, la prima parte del sentiero per raggiungerla. Si scende di alcuni metri sulla sinistra, si percorre la testata della Val Lavaruzza e si inizia a salire un sentiero tortuoso e dal fondo sdrucciolevole; la pendenza accentuata e la tendenza all'erosione dell'area fanno sì che, più che la traccia, convenga regolarsi seguendo segnavia e ometti, cercando la via migliore e meno pendente. A quota 1910 m circa siamo su una stretta forcella ricca di stelle alpine.
Gli ultimi passaggi della salita sono i più delicati: si svolta a sinistra su una strettissima cengia, con sulla destra lo strapiombo del versante meridionale del Plauris. Sono meno di due minuti, ma serve massima attenzione. Dopo di questo passaggio, ultimi metri e siamo sulla cima allungata del Monte Plauris (1958 m); croce di vetta e libro di vetta (non sullo stesso posto), panorama amplissimo.
Si torna per la stessa via della salita.
Per fare questa escursione serve molto allenamento al dislivello e alla pendenza, che non molla mai.
Testato da Bagaglio Leggero
Derivante dal livello di difficoltà tecnica e di preparazione fisica richiesti.
L'ultimo tratto di escursione è da considerarsi difficile (e ovviamente per escursionisti esperti) per il fondo sul quale si cammina, la pendenza e l'esposizione dell'ultima cengia.
Normale attrezzatura da escursionismo
Derivante dal livello di difficoltà tecnica e di preparazione fisica richiesti.